Interlegere

Parlare con lo studente, non con il disturbo.

L’incontro con Alberto, un ragazzo intelligente e sensibile di terza del liceo delle scienze
umane di Bergamo, avviene per caso. Come spesso accade in InterLegere.
La mamma vuole incontraci. Ha sentito parlare di noi.
La vita scolastica non va affatto bene ed in casa ci sono litigi continui. Alberto ha smesso
quasi completamente di studiare. Ha esplosioni di rabbia, a volte. Papà e mamma sono
separati da anni e la signora deve crescere anche un secondo figlio. Con fatica. Chiede
aiuto con umiltà e grande dignità.
Alberto ha già incontrato in precedenza un numero consistente di specialisti, psicologi e
neuropsichiatri. A scuola, viene seguito giornalmente da un educatore.
C’è quindi molta scrittura su di lui. Relazioni ed ipotesi diagnostiche.
Leggendo attentamente le relazioni, non cogliamo la ricerca di una possibile causa del
malessere. Anzi, Alberto tende quasi a scomparire all’interno di un linguaggio scientifico
che ha come obiettivo descrivere minuziosamente gli eventi, le misurazioni delle
prestazioni ed i comportamenti.
Proponiamo un dialogo.
Parliamo con la mamma, con Alberto e con uno zio materno che si occupa del nucleo
familiare iniziando a costruire una ipotesi sulla crisi. Alberto dice di essere rimasto troppo
indietro con la scuola. Parla in modo incerto, ma osserviamo un interesse per il dialogo.
Gli spieghiamo che, a nostro avviso, ritornare a scuola significhi ritrovare il proprio posto
nel banco. Questo è, se cosi si può dire, il primo psicologo. Non occupare il banco può
causare noia, aggressività e, incerti casi, può anche condurre anche ad un abbandono.
La scuola può essere scomoda, in effetti. Diciamo ad Alberto che il nostro ruolo è aiutarlo
a capire cosa succeda sia a scuola che dentro di lui.
Il giovane risponde di voler partecipare al nostro piccolo progetto. Lo prendiamo in parola.
Proponiamo un ritorno allo studio ed al dialogo. Al banco, non solo a scuola. Un nuovo
incontro con l’apprendimento attraverso un aiuto desiderato.
A breve, lo studente ricompare. E con lui, l’adolescente. Alberto torna a scuola, frequenta
InterLegere ed inizia a suo modo a parlare. Con i suoi pregi ed i suoi difetti. Lo
incentiviamo e lo sosteniamo.
Il lavoro preliminare può essere molto breve o richiedere più tempo. Ogni caso fa a sé.
Mette le basi affinché la crisi personale possa essere riconosciuta ed affrontata. La crisi
che tocca il giovane o la famiglia va a coinvolgere spesso anche gli apprendimenti. Non si
tratta di diagnosticare e di curare una malattia, ma di ritrovare una via lungo la quale la
crisi possa trovare una domanda di aiuto.
Scriveremo aggiornamenti su Alberto e verificheremo insieme se il nostro lavoro iniziale
abbia effettivamente riaperto una strada.